Dall’anno accademico 2010/2011 l’ICPAL ha attivato un percorso formativo per Restauratore dei beni culturali, in base a quanto enunciato nel “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (D.Lgs 42/2004 e s.m.i.), articolato in un corso a ciclo unico, di durata quinquennale, denominato “Conservazione e restauro dei beni culturali”.
Con i decreti ministeriali n. 86 e n. 87 del 26 maggio 2009 del Ministero per i beni e le attività culturali, entrati in vigore il 28 luglio 2009, vengono stabilite le competenze e il percorso di studi del Restauratore di beni culturali, in attuazione dell’art. 29 del citato Codice.
Il DM n. 86 del 26 maggio 2009 definisce i profili di competenza dei restauratori e degli altri operatori che svolgono attività complementari al restauro, ai sensi del comma 7 dell’art. 29 del Codice dei beni culturali e del paesaggio.
L’art. 1 dichiara che “Il restauratore di beni culturali mobili e di superfici decorate di beni architettonici […] è il professionista che definisce lo stato di conservazione e mette in atto un complesso di azioni dirette ed indirette per limitare i processi di degrado dei materiali costitutivi dei beni e assicurarne la conservazione, salvaguardandone il valore culturale. A tal fine, nel quadro di una programmazione coerente e coordinata della conservazione, il restauratore analizza i dati relativi ai materiali costitutivi, alla tecnica di esecuzione ed allo stato di conservazione dei beni e li interpreta; progetta e dirige, per la parte di competenza, gli interventi; esegue direttamente i trattamenti conservativi e di restauro; dirige e coordina gli altri operatori che svolgono attività complementari al restauro. Svolge attività di ricerca, sperimentazione didattica nel campo della conservazione.”
Il DM n. 87 del 26 maggio 2009, recante il “Regolamento concernente la definizione dei criteri e livelli di qualità cui si adegua l’insegnamento del restauro”, individua la formazione del Restauratore di beni culturali, in attuazione dei commi 8 e 9 dell’art. 29 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, come una formazione universitaria quinquennale a ciclo unico avente valore di laurea magistrale.
Il decreto interministeriale del 2 marzo 2011 (pubblicato in GU 17.06.2011 serie generale n.139) completa il quadro normativo relativo alla definizione delle classi di laurea magistrale dedicate al restauro, individuate con la sigla LMR/02, e definisce delle discipline di insegnamento cui l’ordinamento degli studi della SAF dell’ICPAL si è allineato.
I corsi formativi possono essere attivati dalle Scuole di Alta Formazione (SAF) del MiBACT e da altri soggetti pubblici e privati accreditati.
In base all’art.1 del DI del 2 marzo 2011, a decorrere dall’anno accademico 2011/2012 l’ICPAL è autorizzato a istituire e ad attivare il Corso di diploma di durata quinquennale in Restauro, equiparato alla Laurea magistrale a ciclo unico LMR/02 – Conservazione e restauro dei beni culturali e abilitante alla professione di Restauratore dei beni culturali, in riferimento al profilo professionalizzante PFP 5: Materiale librario e archivistico. Manufatti cartacei e pergamenacei. Materiale fotografico, cinematografico e digitale.
La formazione del restauratore di beni culturali si struttura, quindi, in un corso a ciclo unico di cinque anni articolato in 300 crediti formativi, come previsto dalla citata classe di laurea magistrale.
L’accesso al percorso formativo avviene attraverso selezione preliminare costituita da due prove attitudinali e da una prova teorica (DM 87/2009, allegato A).
Le attività formative sono distinte in insegnamenti di base e insegnamenti caratterizzanti.
Gli ambiti disciplinari sono distinti in: Formazione scientifica; Formazione storica e storico-artistica; Metodologie per la conservazione e il restauro; Scienze e tecnologie per la conservazione e il restauro; Beni culturali, Formazione giuridica, economica e gestionale; Discipline tecniche del restauro.
All’attività tecnico-didattica di restauro e conservazione (inclusa la tesi finale) è garantita una percentuale dell’insegnamento complessivo compresa fra il 50% e il 65% (DM 87/2009, art. 2 c.3).
Per garantire uno standard di qualità minimo dell’insegnamento, una percentuale delle attività tecnico-didattiche non inferiore all’80% deve essere condotta su manufatti individuati come beni culturali e soggetti alle disposizioni di tutela (DM 87/2009).
Gli incarichi di docenza sono conferiti tramite procedura selettiva per titoli, con bando pubblicato sul sito web dell’Istituto.
Il percorso formativo si conclude con un esame finale articolato in due prove, una di carattere applicativo e una di carattere teorico-metodologico.